Attesa, fragilità, salvezza, cammino

In questa continua incarnazione di Gesù c’è una costante che contraddistingue tutti gli uomini e le donne di quel tempo: IL POPOLO ERA IN ATTESA. L’attesa è l’atteggiamento del cuore, la via maestra per cercare e trovare il Salvatore e farne esperienza. Dunque, ancora, ci è offerta la grande chiamata all’ATTESA. Tutto il popolo era in fila, in attesa – scrive l’evangelista Luca - per ricevere quel battesimo di penitenza e liberazione nelle acque del Giordano.

Grembi in festa

Impariamo dalle foglie  sull’asfalto bagnato il sapore della vita e il peso della pazienza.  Giallorosso il colore di  passaggio la morte si nutre  di linfa inaridente. Venti grigioverdi i tronchi  abbracciano piegando ogni  adamantina durezza.  Le Ninfee affondano il frutto  negli abissi delle acque e grembi  in festa danzano  la Notte ch’ha fine.  da Sentieri... Continua a leggere →

La terra danza

La Terra danza, sua Arca  l’Universo, le Stelle  suo Pianto, gli Uomini suo Tormento. Il Vento sussurro di note, la preghiera  movimento del suo Mare,  che riceve ed offre   offre e riceve  Sabbie saline, obolo a Dio perché  con le Dita e il Fuoco sorridente  - ritorni a creare dalla cenere  il Suo Nuovo Canto. da... Continua a leggere →

Qual è il tuo desiderio più profondo?

Gerico rappresentava la speranza, il riposo, la sicurezza. Veniva chiamata la “città delle palme” e la parola Gerico ha due significati il primo, arabo, quello di “profumato”. Gerico era un’oasi nel deserto arido e difficile, ostile all’uomo e privo di vita. Qui c’è Gerico con le sue palme, con i suoi profumi, le sue acque e le sue ricchezze e le sue fortezze. Qui Gesù si ferma per riposare dopo i suoi lunghi viaggi nel deserto di annuncio, di persone da amare e guarire. Il suo secondo significato, ebraico, è Luna, la città dove nemmeno le tenebre potevano attecchire. Gerico era la città della luna, del sole notturno.

Prudenza, sapienza, cammino

C’è una domanda sottesa alle parole che abbiamo ascoltato oggi: chi è il discepolo del Signore? Quali sono le sue caratteristiche? Chi è il discepolo del Signore? È chi ha il coraggio di mettersi in cammino. È chi nei mentre della propria vita, cerca di colmarli con una vita sensata, pesante, ricca di significato. È chi non cede alla superficialità, e cerca di trovare sempre il buon senso, il senso buono delle cose e le coltiva, le sceglie, le difende.

Ma tu chi sei?

Quanta umiltà è chiesta per essere e soprattutto rimenare discepoli del Signore? Una DOLCE UMILTÀ. Sì perché l’umiltà che ci è chiesta è necessaria per essere inondati della presenza di Dio. Il libro dei Proverbi racconta come la Sapienza chiami a sé gli inesperti e i privi di senno per dare loro l’occasione di mangiare e bere e indicare loro la via dell’intelligenza. Vogliamo essere sapienti? Allora il primo passo è riconoscere di essere inesperti e o privi di senno.

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