Se fossi un ggiovane direi che ci sono rimasto sotto. Ma non lo sono. Più. Giovane intendo. E comunque non lo penso veramente. Di non essere giovane. Ad ogni modo c’è una canzone che da qualche giorno mi martella, oserei quasi dire che mi ossessiona. In pratica ultimamente non riesco ad ascoltare altro. Capita, non molto frequentemente, ma capita. (tra l’altro qualche settimana fa ce n’era un’altra che vi proporrò alla prima occasione)
Ad ogni modo l’ossessione di questi giorni si chiama Vivo, ed il reo, confesso, di questo mio stato è il signor Andrea Laszlo De Simone, cantautore atipico, stralunato, look alla Frank Zappa ed una propensione naturale a collocarsi fuori dal tempo. Basti ascoltare il suo ultimo brano, pubblicato qualche giorno fa, che lo stesso De Simone definisce non una canzone ma uno stato d’animo. Un brano che odora di Modugno, di Battisti (se ci fate caso gli archi nel finale sembrano una citazione, nemmeno tanto celata, di Una Miniera dei New Trolls, correva l’anno 1969), che sembra avere tutto se stesso propenso al passato, eppure suona così attuale, fresco, quasi accattivante (non userò il termine catchy).
Il resto lo fanno le parole, una sorta di ragionamento sui massimi sistemi, sull’ineluttabile, sul senso della vita, la risposta italiana a Life is People di Bill Fay (https://www.youtube.com/watch?v=dQ1J9d27aA0&t=44s ), se siete di quelli che amano i paragoni importanti ed ingombranti.
Vivo è la canzone perfetta per darci la misura e il ruolo che ognuno di noi ha in questo mondo, “non ho scelta nè un motivo / Il mondo è un tipo irrazionale / Fa come vuole / Non dà nessuna spiegazione“, che di certezze ve ne sono poche, per cui “Vi conviene / Cogliere il tempo che rimane / Prima che smetta di bruciare“. C’è poi questo passaggio, magnifico, che nel constatare come la vita sia breve e stretta, ci ricorda che ne siamo noi i principali sceneggiatori, “Ma la tua mente è una gran sarta / Che cuce in fretta” e che star lì a lamentarsi non pare proprio essere il modo migliore di trascorrerla, breve com’è “E dalla vita non si aspetta / Che sia perfetta / Si gode quello che gli spetta / Perchè si muore troppo in fretta“.
Immaginare il mondo, sferico, come qualcosa di verticale è cosa di pochi, eppure è l’ultimo avvertimento di De Simone, che scombina un pò le carte proprio sul più bello, ci sbatte in faccia la nostra “tempra morale / Che teme di invecchiare / E di dimenticare“.
Ora che vi ho tediato a sufficienza che per un attimo mi pareva di essere Natalino Sapegno alle prese con qualche terzina della Divina Commedia, andate a questo link (https://vivo2021.tv/), al quale potrete finalmente ascoltarvi questa meraviglia, unitamente al godere di un’esperienza catartica, totalizzante: il sito in questione è stato creato ad hoc dal nostro, e raccoglie una serie di webcam collocate in giro per il mondo (in realtà io ho avuto anche la fortuna di beccare delle operazioni di un astronauta fluttuante al di fuori di una base spaziale sopra il nostro naso). L’aspetto magnifico, ed irripetibile, è che non c’è alcuna regia, non c’è alcun controllo, ogni volta non è possibile sapere cosa si vedrà, e cliccando sul telecomando rosso in basso a sinistra, mentre le note della canzone in terre per lo più ignote, potrete provare forte il brivido e la libertà del perdervi e di “godervi quel che vi spetta”.
Vivo
Ma non ho scelta né un motivo
Il mondo è un tipo irrazionale
Fa come vuole
Non dà nessuna spiegazione
Vi conviene
Cogliere il tempo che rimane
Prima che smetta di bruciare
Dentro al tuo cuore
Anche il più piccolo ideale
Che sta tremando di terrore
Lo so bene
La vita è breve e pure stretta
Ma la tua mente è una gran sarta
Che cuce in fretta
Il tempo di una sigaretta
Che fa bene
A chi ha la luna maledetta
E dalla vita non si aspetta
Che sia perfetta
Si gode quello che gli spetta
Perché si muore troppo in fretta
Tu sai che ti conviene
Finger di non sapere
Che il mondo è verticale e vai giù
Insieme alla tua tempra morale
Che teme di invecchiare
E di dimenticare
Come si cambia in fretta
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