Seconda parte di un articolo della dottoressa Paola Scalari, psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG.
Educazione sentimentale
Oggi accompagnare nella crescita le nuove generazioni ha a che fare con l’educazione sentimentale che comprende quella sessuale non solo nella vita reale, ma anche nella vita virtuale. Bisogna insegnare a rispettare i sentimenti e quindi non mandare per un periodo sdolcinati messaggi per poi, sempre per WhatsApp, inviare un’ultima laconica dichiarazione che comunica la fine del rapporto per magari continuare a questionare via chat. Guardarsi negli occhi, comunicare il dispiacere con tutti se stessi, sopportare di vedere il dolore nell’altro infatti educa. Le passioni amorose vanno e vengono, ma non per questo sono un banale e superficiale prendere e lasciare. Bisogna far capire che la sessualità ha un valore intimo e non può trasformarsi in una competizione di immagini pornografiche da postare in Instagram. Il piacere erotico è un diritto, ma non può essere raggiunto dentro un mercato di offerte che evitano la reciprocità.
Educare all’amore richiede quindi nuove capacità formative poiché nessun adolescente dovrebbe esaurire il suo bisogno di conferma con il conteggio dei “mi piace” dei social. Se i Like connotano il successo, l’essere virtualmente scelti, il venir adulati, l’essere ricercati sessualmente., significa che quel ragazzo è solo, invisibile, trasparente.
L’amarsi via internet è spesso insidioso, falso e superficiale.
Sostituisce alla passione creativa, trepidante e tribolata lo sperpero di tensioni, emozioni e responsabilità. Passioni tristi senza sviluppo e futuro vanno quindi sostituendo passioni piene di vitalità.
Per gli adolescenti fragili, che confondono il successo con l’essere maschi prepotentemente virili o femmine superficialmente seduttive, molte volte l’approccio via chat è addirittura fuorviante non solo nell’età incerta, ma come modalità che rimane ricercata per tutta la vita.
Se per alcuni ragazzi la comunicazione via social e chat è un gioco che rimane piacevolmente tale per il periodo di transito identitario, per altri diviene un’ossessiva ricerca di approvazione che scontorna i confini tra virtuale e reale rendendoli devianti per sempre.
La quasi totalità dei ragazzi naviga in internet in cerca di “informazioni sul sesso”, ma solo una piccola parte quindi vi rimane incastrata in giochi erotici perversi.
Educare i ragazzi e le ragazze all’amore vero, alla relazione intima, allo scambio sessuale profondo è quindi, assieme alle gestione dell’aggressività che nella rete può viaggiare a sua volta indisturbata, una nuova impresa per tutti gli educatori che sono impegnati a coltivare umanità nelle nuove generazioni.
Accompagnare nella crescita gli adolescenti dell’era tecnologica, della iper-connessione e del senza tempo e senza confini nello spazio, significa quindi rinnovare e reinventare l’educazione sentimentale, l’alfabetizzazione emotiva, la formazione alla vita amorosa e sessuale da offrire ai piccoli.
Troppe volte però gli adulti sono loro stessi fragilmente smarriti in coppie poco soddisfacenti, in divorzi irrisolti dove l’amore ferito si esprime con il rancore, in rapporti sessuali che rappresentano squallide storie occasionali, in un ripetitivo autoerotismo fine a se stesso. Sono tutte queste delle compensazioni ad una vita amorosa assente o tiepida. Spesso i tradimenti dei partner si scoprono proprio grazie all’uso sciocco di WhatsApp, amori impossibili vengono vanamente coltivati in chat, pseudo soddisfazioni erotiche sono cercate nei siti porno che prolificano in internet.
Non pochi adulti sono dunque emotivamente e sessualmente insoddisfatti. Questi individui quando sono dei genitori sono, di conseguenza, in difficoltà ad educare all’amore erotico, alla passione amorosa, alla vita sessuale che richiede la capacità di sentire il corpo come sacro e da donare a chi lo sa rispettare come tale.
[continua la prossima settimana]
Rispondi