Smettetela di avere paura

ascolta l’omelia

Tutti i credenti avevano un cuor solo e un’anima sola

È passata una settimana dalla grande Risurrezione di Gesù e, oggi, la prima Parola di Dio seminata nel cuore di ciascuno mi spiazza e spero spiazzi tutti voi. Se per caso vi fosse sfuggita la Parola è questa: La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune

Tutti i credenti erano un cuor solo e un’anima sola. Io, non so voi, ma ultimamente si fa così tanta fatica a esser un cuor solo e un’anima sola. Ognuno guarda al proprio orticello, alle proprie cose, ai propri tempi, alle proprie fatiche, alle proprie esigenze. Ognuno è in balia delle proprie paure, delle proprie ragioni, delle proprie idee. Ognuno pensa per sé, alle proprie faccende, e ci si difende gli uni verso altri e spesso gli uni contro gli altri. 

Quanto nervosismo attorno a noi. 

Quanto sospetto, rigidità, giudizio anche fra le nostre vie, fra le mura delle nostre case, nelle nostre comunità. Vorrei aggiungere, anche, quanta ingratitudine in un tempo in cui solo per il fatto di poter respirare aria a pieni polmoni dovrebbe riempirci il cuore e la vita di GRAZIE.  

Certo siamo tutti credenti, ognuno con il proprio percorso, ma la cartina torna sole dell’essere tutti credenti è essere il cuor solo e l’anima in comunione. 

La realizzazione in noi, oggi, della stessa Risurrezione di Cristo sta nell’amore e trova la sua fioritura nella nostra capacità di non cedere alle logiche dell’io per aprirci – come ci insegna papa Francesco – alla bellezza del noi. 

A porte chiuse

E poi, nel Vangelo, gli apostoli continuano ad avere paura. Sono colmi di paura. Temono di fare la stessa fine del Signore. Allora si nascondono. Basta! Vorrei dire proprio questo agli Apostoli: smettetela di avere paura! Possibile che non abbiate ancora capito? Che davvero il Signore è Risorto! Che le sue parole si sono tutte realizzate. Tutte le parole che preannunciava sulla sua passione e morte si sono concretizzate e, allora, perché non credere alla realizzazione delle parole della Risurrezione? Se tutto si è realizzato, perchè non credere ancora, perché non fidarsi, perché avere ancora paura? 

La chiesa è nuovamente ferita. La chiesa dei dodici da pochi giorni era diventata undici e, oggi, è la chiesa dei Dieci perché manca anche Tommaso. La chiesa perfetta (12) si è trasformata in chiesa mancante (11) e ora è, anche, chiesa ferita (10). Questa chiesa mancante e ferita non ha il coraggio di annunciare, non ha la forza di uscire, di andare verso gli altri per condividere la Bella notizia. I discepoli hanno ancora bisogno di nuove apparizioni del Risorto, vogliono essere rassicurati, sentono la necessità di qualcos’altro. 

Tommaso non era con loro

E Tommaso non crede senza aver visto e non era con gli altri discepoli. Non stava presso la comunità piena di paura. Tommaso era fuori, in mezzo ai Giudei, perché perché aveva già fatto la sua scelta: se non tocco e non vedo, IO NON CREDO. Ma Tommaso ha qualcosa di positivo ha IL CORAGGIO DI PRENDERE POSIZIONE. Probabilmente se qualcuno lo avesse accusato di appartenere alla comunità di Gesù, avrebbe risposto NON PIÙ, non credo più, ho preso le distanze. Egli almeno prende una posizione, chiara: IO NON CREDO. Non è ambiguo e con la sua posizione, in quella posizione di non credente, osa chiedere al Risorto di farsi presente nuovamente, solo per lui, per la sua incredulità.

Beati sì… ma tutti hanno visto e (poi) creduto…

Certo Tommaso poi ritorna, sfida il Risorto e sta nella comunità per vedere se il Signore si presenta. E, certo, Gesù Risorto giunge, si fa vedere, Tommaso vede e crede. E, certo, Gesù Risorto, in fondo rimprovera Tommaso in quel “Beati coloro che crederanno pur non avendo visto”. Ma, soprattutto, è certo che tutta la prima comunità dei discepoli, ha visto e creduto. Nessuno, della prima chiesa del Risorto, è dentro la beatitudine che annuncia Gesù. Facile sarebbe risolvere la questione dicendo che in fondo quel rimprovero è per tutti i discepoli che hanno avuto bisogno di vedere e Gesù si è concesso e facile sarebbe dire che tutti siamo nella beatitudine perché nessuno di noi ha visto il Signore Risorto. E se invece, la beatitudine non escludesse la visione? Se tutti i primi discepoli hanno visto, ci sarà un motivo? E se Gesù lanciasse una sfida? Come a dire beati quelli che crederanno senza aver visto il Risorto, ma, insieme, fate vedere voi il Risorto. Siate voi segni del Risorto e gli uomini crederanno, non perché hanno visto il Signore, ma perché noi, sua Chiesa, abbiamo manifestato il Risorto e vedendo noi crederanno a Lui? Siamo chiamati a grondare della Luce del Risorto, siamo noi la sua manifestazione, noi beati che crediamo pur non avendolo visto, ma insieme noi beati perché lo possiamo vediamo ogni giorno nell’amore.

2 risposte a "Smettetela di avere paura"

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  1. Quanto bisogno, quanto desidero di essere un cuore solo ed un’anima sola!
    L’Amore tra noi permetterebbe di mostrare il Risorto presente in mezzo a noi! Il Suo Spirito ci aiuti a crescere nella fede e nell’Amore per sperimentare la Sua presenza e mostrarla agli altri!
    Grazie Don Vanio! Di cuore!

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  2. Grazie don Vanjo! Ogni parola che ha scritto è Risurrezione! E le sono grata per i pensieri, domande, poesie, omelie, riflessioni, che fanno bene all’anima, al cuore e alla mente. Vero, puro nutrimento!

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