Stelle del cielo

Chiunque si troverà scritto nel libro sarà salvato e si alzeranno dalla polvere

Siamo verso la conclusione dell’anno liturgico, con l’avvento inizia, infatti, un nuovo anno, un rinnovato ciclo di vita nel Signore. E così, oggi, la liturgia ci offre parole per riflettere su noi stessi, per compiere nuovamente un viaggio interiore e chiederci: Tu a che punto sei? Dove ti trovi nel cammino dietro a Gesù? Per fare questo ecco una parola di Dio seminata nei nostri cuori chi ci pone di fronte alla fine del mondo che è la mia fine e al giudizio universale che il giudizio su di me e alla mia risurrezione per la vita eterna o alla mia risurrezione per la vergogna e per l’infamia eterna, conseguenza delle proprie azioni. La terra e il cielo saranno sconvolti, tutto quello che poteva essere un rifermento, anche naturale, saranno spenti, non guideranno più nessuno e giungerà, finalmente, sì finalmente, il figlio dell’uomo a radunare, a giudicare i popoli, a incontrarci faccia a faccia. 

Arriverà la fine, voi sapete

Questa parola di Dio, sulla fine dei tempi, mi fa sempre molto riflettere. Si può cadere nella tentazione: “la fine del mondo? Chissà quando sarà? Non è affar mio!”. Una volta si diceva mille e non più mille… ma abbiamo superato abbondantemente i duemila. Il rischio è porci davanti alla fine con superficialità, come fosse un “affare” della vita che in realtà non ci riguarda. Potremmo cadere nelle parole che il filosofo Epicuro offre a Meneceo per liberarlo dal terrore paralizzante nei confronti della fine della vita: “Il male che più ci spaventa, la morte, non è nulla, perché quando ci siamo noi, lei non c’è, e quando c’è lei non ci siamo più noi”. O, similmente, in quelle della grande astrofisica atea Margherita Hack che affermava, sulla stessa lunghezza d’onda di Epicuro: “Io non credo nel destino, le cose succedono e basta. Come gli epicuri, mi dico: finché ci sono io c’è la vita, quando c’è la morte non ci sono più io. Non credo nell’aldilà, non credo ci sia nulla dopo la morte”. 

A volte anche noi cristiani viviamo il rapporto con la fine così, ma, pongo una domanda, chi pensa e vive così può considerarsi ancora cristiano? 

La morte bevuta a sorsi ogni giorno

Credo che questi filosofi, questi grandi scienziati, chi la pensa in questo modo, forse non hanno vissuto abbastanza. La morte, la fine, non è solo quella fisica perché – lo sappiamo tutti molto bene – che ci sono morti che arrivano tutti i giorni nella vita dell’uomo, nella nostra vita. A volte la morte arriva come una benedizione. A volte essa è cercata e scelta perché non si sopporta più quella morte che si può subire ogni giorno. È la morte del tradimento, della malattia, della disperazione, della tristezza, delle lacrime, del dolore, del fallimento, del licenziamento, della fame, della sete, del carcere. Quanta morte ingoiamo ogni giorno prima di morire! Quanti soli oscurati, quante lune spente, quante stelle cadute nel cielo delle nostre vite? Qui non è in gioco solo la fine del mondo in senso generale, perché la fine del mondo avviene ogni giorno quando una persona che amiamo muore. Lì finisce il suo mondo e anche il nostro. Quando una persona si trova sulla strada senza lavoro. Lì finisce il suo mondo di certezze. Quando un uomo o una donna scappa dalla sua terra per trovare vie di speranza, lì finisce il suo mondo e non sa se ce n’è un altro disponibile. 

La grande Alda Merini, raccontando, la sua esperienza in manicomio un giorno raccontava che lei viveva a fianco a fianco con la morte, perché non sapeva se sarebbe stata viva la sera, in ogni elettroshock vedeva la morte – racconta -, l’ha bevuta a sorsi (la morte). E chi di noi non beve la morte ogni giorno? 

Egli è vicino, è alle porte

Ecco il grande annuncio: Egli è vicino! Egli è alle porte. 

Qui, in queste poche parole, c’è tutta la nostra speranza. Su ogni piccola o grande morte bevuta a sorsi durante la nostra vita, su ogni dolore, in ogni lacrima c’è una parola: egli è vicino! 

Ogni qualvolta la vita ci obbliga a sorseggiare la morte è possibile fare esperienza di Dio. 

Dov’è Dio se accadono queste cose? 

Oggi la parola annuncia e ci dice: Egli è vicino! È alle porte del tuo cuore e, se per caso non lo sapevi, ora tu lo sai. 

Cerca. 

Apri la porta. 

Non temere. 


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qui


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