Luce e tenebra

Senza l’esperienza del buio non si può scoprire la luce

Inizia un nuovo avvento, un nuovo anno liturgico, un rinnovato tempo per ridestarci, per svegliarci da qualsiasi tipo di sonno spirituale che possiamo avere contratto e annunciarci con forza: Ora Basta! Alziamo il capo! Volgiamo lo sguardo verso l’altro, l’altrove, l’oltre. Allarghiamo gli orizzonti del cuore! Apriamo le braccia… amiamo! Perché il Signore ci richiama, ancora e di nuovo. 

Dio desidera attirare la nostra attenzione in questo nuovo tempo che ci dona e non possiamo permetterci di dormire e non dobbiamo far passare questa nuova possibilità senza farci toccare il cuore. Ripetiamoci in questa celebrazione: Non voglio essere distratto, non voglio perdere quest’occasione di Grazia. 

Voglio esserci ed essere… essere presente con tutto me stesso e non mancare all’appuntamento con il nostro Dio che vuole realizzare tutte le promesse di bene che ha offerto, nonostante la vita a volte ci pone davanti a delle “catastrofi” come ci ricorda il vangelo. 

Così, la luce del testo di Geremia è adombrata dalla notte delle parole del vangelo. 

Le promesse prossimamente realizzate si scontrano con le sventure proclamate dalle parole di Gesù. Luce e notte, vita e morte, pace e paura. Ecco che cos’è l’avvento. 

Questo tempo è, dunque, caratterizzato dalla lotta tra la luce e le tenebre, tra l’ansia che ci agita e l’attesa che ci fa trepidare. Ecco come dovrebbe essere l’avvento, ecco com’è la nostra vita.

State attenti a voi stessi

L’Avvento, allora, perde i tratti del calore, delle luci natalizie, del tepore del caminetto, e diventa un tempo di combattuta preparazione al Natale, durante il quale il cristiano è chiamato a prendere in mano le armi della luce per predisporsi alla venuta del suo Salvatore, del suo Signore. 

L’Avvento non può essere vissuto che così, pena è non viverlo per nulla. Se il tempo che ci sta davanti, lo assumiamo come uno dei tanti tempi dell’anno, come un mese qualunque, non accadrà nulla di nuovo alla nostra esistenza. 

Ma se accogliamo l’invito a vegliare – che ci offre Gesù – a stare attenti a noi stessi e a badare ai nostri cuori affinché non si appesantiscano a causa delle tante cose da fare, delle tante ansie cui rispondere, dei tanti impegni da assolvere, ecco che inizierà la lotta. 

La dura lotta fra la luce, che ci indica la via per preparare la strada al Signore, e le tenebre delle tante incombenze che ci distraggono, che ci fanno arrivare al Natale catapultati. Solo assumendo questa lotta, il tempo di quest’Avvento sarà davvero un tempo diverso da tutti gli altri.     

Possiamo a questo punto porci una domanda: perché lottare? Perché fare questa fatica? Perché è in questa stessa lotta, fra le tenebre e la luce che viene al mondo il Salvatore. In queste tenebre del mondo nacquero a Betlemme la Speranza e la Luce per l’umanità, nel buio della storia e della mia storia è possibile ritrovare questa la luce. 

Alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina

Ecco perché hanno senso le parole di Gesù quando ci invita a risollevarci e ad alzare il capo perché la liberazione da tutto ciò che è paura e morte sarà realizzata. 

Per noi figli di Dio, figli della Luce, ogni tempo della notte è tempo provvidenziale per rifare l’esperienza dell’amore luminoso di Gesù che ci strappa dalla paura per ricondurci al coraggio, alla lotta, alla vittoria. 

Allora non dobbiamo avere nessuna paura e avere il coraggio di vivere in questo nostro tempo così faticoso, controverso, fragile e di intraprendere questa lotta prendendo in mano le armi della luce.

E quali sono queste armi della luce? 

–          dedicare del tempo alla Parola di Dio e alla preghiera; 

–          riscoprire il sacramento della riconciliazione; 

–          cominciare a dire qualche no: no a quello che non ci rappresenta come cristiani: no al cattivo uso del tempo, no alle relazioni vissute solo per tornaconto, no alle ripicche o piccole vendette personali, no alle scelte facili che non tengono conto dell’amore per l’altro;

–          e dire qualche sì in più di amore, perdono, accoglienza.


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