da Il legno e la luce di V. Garbujo
La parola
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Matteo 26, 14-15
Eccedenza d’amore!
In lontananza, nel silenzio della notte
si percepisce appena il tintinnio delle monete.
Quale ingrato compito dovete assolvere,
voi, metallo di scambio
tra avidità e vita, tra follia e amore.
Tutto è graziosamente pronto.
La sala superiore è pronta.
Il pane e il vino, pronti.
Gesù è pronto
così gli apostoli
e Giuda,
pronti.
In quella stanza, abbraccio d’amore, si compiono i giorni del parto!
L’umanità che Lui porta nel grembo
sta per nascere
così le doglie del parto
cominciano a far sentire il lamento.
Sono forse io, Signore?
– sussurrano –
Sono forse io!
Sono forse io, Signore?
Sono forse io! Signore?
– Al tuo petto –
Signore chi ti tradisce?
Il tintinnio delle monete si fa tonante negl’inferi
del tradimento.
In quell’istante, in quel preciso momento
il tuo corpo fu di legno, di brace ardente,
accesa per stupore.
Con il fuoco sigilli il pane e il vino
in una eccedenza d’amore!
Il marmo è infranto da martelli di ferro,
polvere d’argento scivola via
a ogni tintinnio a dichiarare al mondo
che nemmeno il metallo voleva,
nemmeno l’asina voleva
e forse nemmeno il Padre
voleva.
Ma tutto divenne necessario
in un’eccedenza d’amore.
…eccedenza d’Amore!…
Stupenda, ma dolorosa e sconvolgente!
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