Il pane e la pietra

da Il legno e la luce di V. Garbujo

La parola

Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

 Marco 26, 20-25

ascolta la poesia

Sono falciate le spighe.

Il grano è macinato.

L’uva pestata per il vino.

I cocci raccolti.

Il muro è alzato.

Il pavimento superiore pulito.

La lana per il grande tappeto è intrecciata.

Il legno per la tavola è intagliato.

Le pietanze nell’unico piatto. 

La cera accesa. 

Distesi i Dodici in compagnia del Maestro. 

Le lacrime sono composte.

Tutto ha inizio nella tenerezza

e nel calore  che solo l’amore sa intessere. 

Ma fuori dalla casa il vento si alza.

La notte compone il canto 

fra le fronde degli ulivi.

I salici abbassano la chioma per piangere 

e abbracciano  le acque dei fiumi 

che fuggono veloci, non vogliono assistere 

a tale  Tradimento.

E così, il campo non produce più il frutto.

Il pane è, ora, finalmente spezzato.

Il calice di rosso vino colmato e versato, 

assaporato e bevuto.

La terra indurita, come il suo volto deciso.

Il velo è tirato.

Le briciole ferme in attesa di donne sante.

Il freddo non trova coperte a placare. 

La croce si risveglia fra le mura  e trema. 

Il cibo finito. 

La luce s’è spenta. 

Gli Undici, soli, in compagnia del Maestro. 

Trattenute le lacrime.

Tutto continua repentinamente

nella durezza  e nella sabbia 

che solo il tradimento sa ordire. 

E tu, eri solido come una pietra, 

su di te  si poteva camminare, 

sulle tue labbra suggellare la vita e la morte

                – come Mosè sul monte Nebo,

l’amore e l’odio e le lacrime sull’orlo degli occhi neri. 

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