Riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo di loro
Ossia: ANNUNCIARE ESPERIENZE BELLE.
In questo tempo pasquale siamo invitati a sostare sulla prima comunità dei credenti. Una comunità composta da uomini e donne, che hanno timore ma insieme sconfiggono la paura grazie il grande desiderio di condividere la bellezza dell’esperienza del Risorto.
C’è qualcuno che li spinge oltre e altrove ogni freno, ogni chiusura per riferire tutto quello che Dio sa compiere per mezzo di loro.
Forse la nostra chiesa e chissà anche le nostre piccole comunità, stanno smettendo di condividere le esperienze belle, gli affetti positivi, gli annunci di risurrezione.
Il rischio è adagiarci sulle solite cose, sederci sulle solite esperienze, e far morire ogni possibile novità e, lentamente, spegnere la fiamma della creatività dello Spirito.
Se siamo una comunità incapace di vedere e condividere la bellezza di essere cristiani, significa che abbiamo perso la luce della risurrezione e il dono del Risorto: andate e battezzate, come a dire andate e generate figli, create doni nuovi e belli. Siate fecondi!
Quando Giuda usci dal cenacolo
Ossia: FARE VERITÁ
Se perdiamo la freschezza dell’essere discepoli del Signore, se abbracciamo la noia e la stanchezza e rallentiamo il passo rischiamo a un certo punto di diventare come Giuda e perdere il senso della comunità. Giuda esce dalla comunione, abbandonando la stanza del cenacolo, e compie il suo tradimento che era iniziato già da tempo. Forse anche Giuda aveva smesso di cercare e chiedere e condividere le meraviglie di Gesù. Forse il suo cuore si era assopito e il suo Io ingrandito a tal punto da cercare sé stesso in tutto e in tutti, per il suo tornaconto personale. Giuda esce dal cenacolo, esce di scena, esce dalla comunione. Giuda l’iscariota, direi, Giuda l’ipocrita, l’ingrato, esce dal cenacolo perché doveva compiere il suo tradimento. E così esce allo scoperto, abbandona il suo Signore e abbandona i suoi.
Ecco un’altra provocazione da portarci a casa: quante volte anche noi rischiamo di essere nel cenacolo del Signore, di celebrare l’eucaristia, di vivere da discepoli con i discepoli del Signore ma in fondo siamo un po’ come Giuda: guardiamo i nostri affari, scegliamo in funzione del tornaconto, siamo pronti ad uscire dall’eucaristia nel momento in cui ci appare sul nostro cammino qualcosa di più convincente, di più allettante…anche se sono solo pochi denari… ???
Vi do un comandamento nuovo
E Gesù in questo dramma riesce a consegnare e condividere un’altra perla di vita, il suo testamento spirituale, la sua verità: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.
Perché è nuovo questo comandamento? Di per sé non è nuovo, c’è anche nell’Antico Testamento, lo si può trovare in altre religione. Dove sta la novità del comandamento? La risposta a questa domanda la troviamo nei versetti che seguono: come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri.
Ecco la novità: la novità sta tutta su una parola: COME. Dentro questa parola c’è tutto il mistero e la concretezza della vita di Gesù. La misura dell’amore, il come, il modello su cui specchiarci, da cui imparare ad amare la troviamo nel come Gesù: come lui ha vissuto, come lui ha amato, come lui si è donato, come lui è morto, come lui è risorto.
Amatevi gli uni gli altri come Cristo ha amato noi: cercandoci, curandoci, ascoltandoci, donandoci la speranza e la vicinanza, perdonandoci, guardandoci, piangendo con noi, morendo per e con noi, donandoci la vita nuova con la sua stessa vita e sappiamo che questo amore chiede sacrificio, silenzio, croce e morte.
Tutti sapranno che siete miei discepoli
Solo se ci amiamo gli uni gli altri in modo visibile, saremo credibili e solo se credibili potremmo essere veri testimoni, altrimenti saremo sempre dei commedianti, pronti a lasciare il cenacolo come Giuda al momento opportuno. Fratelli e sorelle, abbiamo tutti una grandissima e grave responsabilità: se non facciamo vedere l’amore Dio rimane senza manifestazione e se noi non lo manifestiamo nessuno saprà che siamo suoi discepoli e se nessuno saprà questo, abbiamo fallito la nostra vita di figli di Dio.
Le letture le puoi trovare
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