Gesù per tutta la sua esistenza dalla Trinità al suo ritorno in essa con l’ascensione, che oggi celebriamo, è un uomo, un Dio che sconfina sempre. È meraviglioso ascoltare la vita Gesù nel Vangelo e osservare come il suo passo sulla terra sia stato sempre un passo veloce. Gesù era l’uomo che camminava sempre, che sconfinava. Non c’erano confini territoriali, religiosi, legislativi che gli impedissero di andare oltre se questo gli avrebbe permesso di amare, sanare, toccare, incontrare, annunciare la salvezza.
E così Gesù Risorto è assunto al cielo. È preso dal Padre per essere condotto alla sua destra. Un evento di straordinaria importanza perché nell’ascensione al cielo Egli ha portato con sé la nostra stessa carne. La nostra umanità in Gesù è arrivata al cielo.
Quello che di noi invecchia con il tempo, che si consuma fino a scomparire, che finisce con la nostra morte, con Gesù è diventato eterno. La nostra carne che è finita, che è il segno tangibile della nostra fragilità e dei nostri limiti, con cui facciamo i conti ogni giorno dalla stanchezza alla malattia, dalla debolezza ai difetti, ai dolori fisici. La nostra carne così confinata nei limiti della pelle entra nel cuore della Trinità, sconfina, va oltre, entra a far parte dell’eternità. Tutto di noi dall’incarnazione all’ascensione del Signore è stato abbracciato dalla potenza della Risurrezione, trasformando ogni fine in eternità.
Si staccò da loro, i discepoli sono chiamati ad avere fede
L’Ascensione del Signore rivela anche un altro aspetto della nostra relazione che possiamo instaurare con Gesù Risorto. Prima di questo giorno e dal giorno della risurrezione in poi, il Signore è sempre rimasto al loro fianco: li ha guidati, accompagnati, custoditi, perdonati, rimotivati. Con loro, Gesù, ha condiviso il ministero per le terre della Galilea. Ha fatto loro visita più volte anche dopo la risurrezione per confermarli nel cammino, per infondere loro coraggio per la testimonianza, per donargli ancora la sua presenza, vicinanza e affetto e con loro è rimasto ad annunciare il dono della Pentecoste, dello Spirito Santo.
Ma qui, nell’ascensione, Gesù assunto in cielo, si stacca da loro. E così, il Signore se n’è andato. Non è più in mezzo ai suoi. Certo annuncia il Consolatore, il dono dello Spirito Santo che verrà da lì a pochi giorni, ma non più Gesù. Da questo momento i discepoli non lo vedranno più. Da questo momento i discepoli del Signore sono chiamati ad avere fede. Dovranno esercitarsi nella memoria – così noi – di quanto vissuto in quei tre anni di ministero pubblico con il Signore e, nello Spirito Santo, annunciare la fede e testimoniarla con la propria vita.
È il tempo dei discepoli
L’Ascensione del Signore inaugura il tempo dei discepoli e il nostro tempo, che possiamo distinguere in tempo della diversa presenza e tempo dell’assenza.
– Tempo della diversa presenza
Tempo questo caratterizzato dalla presenza del Signore non in carne e ossa ma attraverso il dono dello Spirito Santo e i segni della sua presenza reale nell’Eucaristia e della sua efficacia nella sua Parola, trasmessa dagli apostoli e giunta fino a noi, e in tutti i sacramenti della Chiesa. La via dei sacramenti è la via regale dell’incontro con il Signore Risorto.
– Tempo dell’assenza
Dobbiamo mettere in conto nel nostro cammino di fede il tempo dell’esperienza assenza. Un tempo in cui non sentiamo Dio vicino a noi. È il momento del dubbio, delle domande, dell’aridità, del silenzio di Dio, del deserto e ci sentiamo soli e anche il Signore sembra distante, assente, “fermo al cielo”.
Fratelli e sorelle se accade questo nella nostra vita non temiamo. Queste esperienze di presenza e assenza del Signore, di entusiasmo e tristezza nel rapporto con Lui, di incontri veri e vivi nell’Eucaristia e di fatica nella fedeltà e di silenzio, ci annunciano che stiamo cercando di essere dei veri discepoli del Signore. L’importante è non demordere, rimanere dove siamo – restate in città – e attendere che il Signore con il suo Spirito venga a farci, ancora, visita e nel frattempo fare memoria di tutti i doni e le grazie ricevute.
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