Grondante di Luce

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro

Sembra tutto così strano, inaudito perché stiamo vivendo un passo della nostra vita quasi totalmente inedito. Sembra che il tempo sia diventato piatto, proprio in quest’ora in cui tutto e tutti ci travolgono, sembra non esserci via di uscita.  La frenesia, la paura, l’angoscia, la prudenza, la distanza, il dubbio, la fatica, la preoccupazione, la precarietà, la fragilità, l’impossibilità di gestire le cose e la chiamata a obbedire a un virus, al governo, alla chiesa. Tanti sono gli interrogativi che possono sorgere nel nostro cuore. Tanti i dubbi, le critiche, le perplessità che possono nascere dal nostro cuore. 

Ma c’è un MA… già…un MA ENORME. Che tutti noi siamo chiamati a vivere questo tempo e non un altro. E questa ORA ci chiama a obbedire a questo singolarissimo spazio e a questo singolarissimo tempo in cui ciascuno di noi è provocato a vivere la sua missione di uomo, donna, figlio, mamma, padre, prete, laico, cristiano cattolico praticante, devoto. Questo è il tempo dell’obbedienza a qualcosa più grande di noi, ma un’obbedienza che come seme fecondo nelle tenebre delle profondità della terra ha tutta la potenza e il desiderio e il necessario per esplodere e germogliare. 

In questa ORA ci è chiesto di germinare qualcosa di nuovo. 

Il vangelo della Trasfigurazione di Gesù. Quando il Padre decide di trasfigurarlo davanti ai suoi intimi discepoli. In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro.

In questa ORA. Gesù si trasfigura davanti a noi suoi intimi nel segreto del nostro cuore, negli spazi delle nostre case, nel cuore delle nostre famiglie. Sì, Gesù, ora, è trasfigurato in ciascuno di noi per infondere coraggio dove abita il timore e la paura. Per riconsegnarci grondante di luce la nostra identità di figli del Risorto. In questo tempo dove le tenebre sembrano avanzare inesorabilmente e le nostre sicurezze frantumarsi ecco il salto di profondità che ci è chiesto: “Aggrappati alla luce! Afferra la tua personalissima risurrezione! Alza nuovamente il capo verso colui che può tutto”. 

Non temiamo il sorgere delle tenebre interiori ed esteriori, tremiamo piuttosto quando vince la nostra incapacità di far memoria di chi siamo: uomini e donne ricolmi di luce e benedizione. Gesù fu trasfigurato abbagliante di Luce. Questa stessa luce attraversa la nostra carne e la nostra umanità ferita, perché nulla ci possa impedire di vivere in comunione con il Signore e fra di noi e non nonostante la distanza e l’assenza che ci è chiesta, ma grazie a questa distanza e assenza, perché in Cristo niente ci può separare, né il tempo, né lo spazio, né la paura, niente può rompere la Chiesa che Noi siamo”

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